mercoledì 5 settembre 2012

C'ERA UNA VOLTA UN TEATRO ...



Terminate le vacanze, il blog di CCM torna  alla sua normale attività. Prima di riprendere il nostro viaggio attraverso le aree di Milano meno favorite in termini di servizi , mi sembra opportuno dare spazio alla segnalazione pervenutami da un gruppo di valorose cittadine, tra i quali ricordo le signore Nicoletta Magnaghi Pollini, Patrizia Fumagalli e Franca Trucchi Romano.

Come iniziare? C’era una volta un teatro … Si trovava in Corso di Porta Romana, all’angolo con Via Madre Cabrini e si chiamava appunto “Teatro di Porta Romana”. Oggi, al suo posto, c’è una orribile buca, una brutta ferita aperta nel centro cittadino, che il satellite dallo spazio fotografa impietoso:



Cosa è successo? Si tratta di una storia abbastanza lunga e nel suo genere – purtroppo – esemplare, che merita di essere raccontata. Si inizia con la seduta consiliare del 30 novembre 2001, nel corso della quale 



In sostanza: attraverso la convenzione la società immobiliare Assisi ottiene l’autorizzazione a costruire un edificio residenziale di 8 piani a fronte dell’impegno di realizzare  “a rustico” il nuovo teatro destinato a sostituire quello preesistente (con relativa torre scenica), oltre a 3 piani di box interrati. 

Tutto chiaro? Non esattamente: l’edificio previsto sarebbe stato innalzato in deroga alle distanze ed altezze previste dal Regolamento edilizio in vigore, nonché ad una convenzione privata del 1934 che stabiliva una servitù Altius non tollendi in favore dell’ allora erigendo condominio di Via Vaina 2. Come aggirare questi non lievi ostacoli? Semplice: invocando l’Interesse Pubblico come principio ispiratore del Piano di Recupero  a base della convenzione.

Come è andata a finire? Il palazzo nuovo è stato realizzato, e svetta su quelli circostanti:




Del teatro non vi è traccia; quanto al parcheggio, tutto ciò che appare alla vista è lo scavo dei 3 livelli originariamente ipotizzati. In un angolo della buca a cielo aperto si notano inoltre alcuni ponteggi:




A cosa servono? Si sono resi necessari per sostenere l’appartamento di via Vaina 4 …

Non è difficile immaginare l’uso prevalente fatto oggi di quest’area sfortunata; del resto i graffiti, lungi dall’ingentilire l’ambiente, esasperano nella loro elementarietà il senso generale di abbandono. E’ giusto infine ricordare lo stato nel quale si trova il fianco dell’edificio di via Madre Cabrini:





Come già per gli altri casi dei quali mi sono occupato, è naturale chiedersi  perché  tutto questo sia potuto accadere e, soprattutto, se – e con quali modalità – esista la volontà di porvi rimedio. Di questo parlerò nel prossimo post.

Milano, 5 settembre 2012                                                          Claudio Conti

3 commenti:

  1. Una situazione effettivamente degradata e degradante,
    sarebbe grave in periferia. lo è anche di più se si pensa che questo avviene in pieno "centro" (ovvero dentro quell'area che da anni si chiude al traffico chiedendo a vari titoli un ticket d'ingresso- ex Area C, ex Ecopass).

    Purtroppo il danno è solo a carico dei privati residenti di zona, e quindi nessuno se ne è mai interessato.

    Uno dei tanti scandali di questa città.

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  2. Mi sono trasferita a Milano da meno di un anno, nel condominio di via Cabrini al quale si appoggiava il fianco del teatro. Non conoscevo la zona, e credevo che il cartello con le indicazioni di cantiere, ovvero la costruzione di un teatro, fosse veritiero. Mi sono dovuta ricredere, quando ho saputo che da più di dieci anni esisteva la voragine che si vede nelle foto. E' stato amaro anche sentire dai vicini che, nonostante le proteste e le lettere inviate ad Assessori e Sindaco, non è mai stata data alcuna risposta sul futuro di questa situazione. Solo di recente il Presidente di Zona, dr. Arrigoni, ha dato ascolto alla domanda di incontro di alcune persone del quartiere e ci ha incontrato. La soluzione però non è sicuramente vicina: cavilli burocratici, decisioni "politiche" frenano qualsiasi iniziativa. Il commento che ci si pone alla vista del degrado è abbastanza scontato: ma dov'era chi doveva vigilare quando i lavori erano ancora in corso?

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  3. Abito da quarant'anni in via Madre Cabrini che è sempre stata una via tranquilla e ben tenuta nonostante il lungo cantiere MM3.Da dieci anni viviamo nel degrado,nella polvere,non piu forniti di un marciapiede,deprivati dei normali parcheggi della strada in vista di una soluzione che ormai sembra un miraggio.La documentazione che il Professor Conti ha cosi dettagliatamente prodotto evidenzia macroscopiche disattenzioni e assai gravi omissioni che minano la nostra esistenza nonchè la stabilità strutturale del nostro edificio da troppo tempo!Mi unisco al nostro presidente di zona dr.Arrigoni e a tutti i condomini interessati per rivolgere un appello ad Assessori e Sindaco affinchè tengano finalmente conto della nostra causa ormai urgente. Giulio Romano

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