Nella puntata precedente ci
eravamo attestati all’estrema periferia nord di Milano; spostiamoci ora più a
sud, sempre all’interno di zona 9.
In questa sede proporrò due esempi interessanti, in quanto
illustrano le conseguenze, sul piano della “vivibilità”, derivanti dalle scelte
operate circa un secolo fa in merito all’assetto ferroviario di Milano, ed alla
decisione di fare confluire i treni in superficie lungo massicciate sopraelevate verso una grande stazione “di testa”.
Il primo esempio riguarda il n.civico 12 di via
Padre Reginaldo Giuliani. Quest'ultima è una strada privata, e
costituisce un caso emblematico, strangolata come è in un singolare triangolo i
cui lati sono costituiti da altrettanti tratti di ferrovia. Non solo: quasi non
bastasse, questo esiguo spazio è intersecato da un tratto ulteriore di binari a
forma di arco allungato.
Una posizione indubbiamente poco
felice, nonostante sia vicina a piazzale Istria, e quindi non possa definirsi
periferica, come è invece il caso di Via Pesaro. Queste le inevitabili
conseguenze, almeno dal punto di vista paesaggistico:
Vediamo ora cosa questa sorta di reclusione
o “cintura ferroviaria” comporti sul piano dell’accessibilità ai servizi
principali. Gli abitanti della via hanno a disposizione in media, entro il
consueto raggio di 500 mt in linea d’aria, 6.4 fermate di tram e 4.4 fermate
d’autobus rispetto alle 9 e 19 (nell’ordine) di via Fara 41: non moltissime, e
tuttavia sufficienti a sostenere la mobilità dei cittadini. Possiamo perciò
affermare che l’anzidetta reclusione, sotto questo aspetto, non significa fortunatamente esclusione dalle restanti parti della
città.
Più problematico il quadro
relativo alla salute, perché una sola farmacia rientra (parzialmente) nel
raggio prescelto; al contrario, nessun
ospedale. Quanto all’istruzione, le scuole secondarie debbono essere ricercate
altrove, ed i consumi alimentari e per la casa si appoggiano a 2 supermercati,
che però sono ubicati in prossimità dei numeri bassi della via, rendendo più
problematici gli acquisti ai numeri civici dal 18 in poi. Il tempo libero può
contare su 5-7 ristoranti e 1-3 bar: nulla a che vedere con i 44 ristoranti che
pullulano attorno a via Fara 41, ben inteso; per il resto, nessun cinema,
nessun teatro e nessuna discoteca “a portata di mano”. Di verde pubblico non è
il caso di parlare; 2 palestre sono disponibili per l’esercizio fisico.
In questo quadro il n.civico 12
sembra essere quello peggio ubicato: davvero minimi i presidi scolastici
facilmente accessibili, un solo supermercato, una sola biblioteca … tutto ciò
certamente non deve essere di grande aiuto in un contesto che, almeno sulla
carta, appare “assediato” dal transito e dallo sferragliare dei treni.
Un altro esempio delle
conseguenze derivanti dal riassetto ferroviario intervenuto tra il 1905 (commissione
Colombo) ed il 1931 è dato da via Don Minzoni 27:
La via è tagliata a nord dalla
massicciata ferroviaria:
Il quadro fornito da CCM in
termini di accessibilità ai servizi non è molto dissimile da quello visto in
precedenza per via Padre Reginaldo Giuliani:
Esigenze di spazio mi costringono
a rinviare alla prossima puntata la conclusione di questo viaggio all’interno
di zona 9. Arrivederci a presto
Milano 18 luglio 2012 Claudio
Conti
Nessun commento:
Posta un commento