Chiusa la parentesi relativa al
tema della Grande Milano, il blog di CCM ritorna al suo obiettivo primario, che
è poi quello di segnalare problemi, disagi, malfunzionamenti ecc. riguardanti la
nostra città: sia utilizzando i risultati della “macchina” CCM, che dando voce
ai tanti cittadini “civici”, i quali volontariamente e generosamente si sforzano ogni giorno di
migliorare l’ambiente in cui viviamo.
Se sul fronte del “teatro
scomparso” (teatro di Porta Romana: cfr.
i post del 5 e 10 settembre u.s.) sembra esserci qualche timida novità
positiva, le piogge dei giorni scorsi hanno purtroppo restituito attualità ad un
tema sempre “dormiente”: quello del Seveso, e del pericolo che esso
rappresenta. Mi sembra giusto perciò riproporre con vigore la questione, dando
spazio a tutte le testimonianze che verranno da parte dei cittadini. Propongo
inoltre in questa sede che si organizzi – ben inteso, se non esiste già - una
mostra fotografica permanente che costituisca una memoria per tutti noi, ed allo
stesso tempo documenti l’evolversi di questa inquietante vicenda, e mi auguro che la
commissione di Zona 9, se non ha già provveduto, accolga questa mia proposta.
Proprio per l'eloquenza che non di rado hanno le immagini, mi
limiterò questa volta a proporre alcune fotografie senza commenti: in questo caso le parole sono inutili; spero che anche i milanesi siano d'accordo e non restino insensibili. La fonte è rappresentata
dagli amici sig. Brusa e sig.ra Marchetto, cittadini encomiabili ai quali
rinnovo la mia gratitudine.
Dunque: una volta il Seveso scorreva a cielo aperto ... L'immagine risale agli anni '50 e mostra l'ansa del fiume all'angolo di via De Angelis. Oggi il corso d'acqua non è più visibile; sono rimasti soltanto - chissà perché - i paracarri.
Non mancano le occasioni: l'imagine risale agli anni '70 e mostra lo spettacolo offerto dai tombini di via Val Furva:
Ed ecco gli stivali all'opera (siamo al 30 ottobre 1976 in via De Martino angolo Suzzani):
Dovunque è desolazione:
Veniamo a tempi assai più vicini (18 settembre 2010). Il Seveso si arrabbia di nuovo e la città dalle parti di via Val Cismon assume nuovamente un singolare aspetto lagunare:
Quella che segue può sembrare una fotografia curiosa; ma per gli abitanti della porzione di città compresa tra
viale Cà Granda ed i piazzali Lagosta e
Segrino ha un significato emblematico: gli stivali di gomma necessari per
affrontare le conseguenze delle rabbie del Seveso, un oggetto che i genitori tengono in serbo per i figli quando questi ultimi si saranno fatti più grandi.
Non mancano le occasioni: l'imagine risale agli anni '70 e mostra lo spettacolo offerto dai tombini di via Val Furva:
Ed ecco gli stivali all'opera (siamo al 30 ottobre 1976 in via De Martino angolo Suzzani):
Dovunque è desolazione:
Veniamo a tempi assai più vicini (18 settembre 2010). Il Seveso si arrabbia di nuovo e la città dalle parti di via Val Cismon assume nuovamente un singolare aspetto lagunare:
Ancora peggio, se possibile, due giorni dopo:
Mi fermo a questo punto perché mi sembra possa bastare. In ogni caso non è nelle mie intenzioni fare del sensazionalismo volgare su un argomento che viceversa merita tutta la nostra solidarietà e partecipazione; bensì contribuire a far sì che tutti siamo coscienti dei termini reali del problema, e delle sue implicazioni.
Per questo motivo dedicherò il prossimo post a commentare una nuova, interessantissima documentazione che non mancherà di sorprendere chi mi legge.
Milano 7 ottobre 2012 Claudio Conti
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