domenica 14 ottobre 2012

MILANO: UNA CITTA' METEOROPATICA?



Nei due post precedenti ho evocato lo spettro angosciante di un convoglio  di linea metropolitana sommerso dall’acqua. Due giorni fa la cronaca si è incaricata di dare corpo a questa minaccia, per fortuna senza conseguenze per le persone. Questo il risultato di 40 minuti di pioggia battente a Napoli:




Torniamo al Seveso. Man mano procedo in questa ricerca con l’aiuto di Emilio Brusa, emerge dal passato una memoria storica che da un lato prova come Milano sia diventata un territorio per così dire meteoropatico a somiglianza - purtroppo! - di gran parte del Paese; dall’altro, testimonia la rassegnazione dei cittadini ridotti, analogamente ad altre gravi circostanze della nostra storia, ad accettare per calamità quello che invece è il prodotto dell’incuria, dell’incapacità di guardare lontano – se non addirittura il risultato della complicità e della corruzione.

Le esondazioni del Seveso non costituiscono soltanto un rischio gravissimo per la vita dei cittadini, a motivo delle ragioni che ho spiegato in precedenza,  e non sono semplicemente la causa di danni materiali potenzialmente enormi. Esse sono anche una offesa alla dignità, un motivo di umiliazione per gli abitanti delle zone allagate. Chi ritenesse queste affermazioni un discutibile esercizio di retorica  rifletta bene sulle immagini che seguono.
                                              anni '70: via Suzzani angolo De Martino
                                                 questa e le immagini seguenti: settembre 2010
Milano, 14 ottobre 2012                                                  Claudio Conti


venerdì 12 ottobre 2012

UN INQUIETANTE ERRATA CORRIGE



Nel post precedente ho commesso un errore, che desidero segnalare subito a chi segue il blog di CCM. La figura inserita in chiusura del testo non si riferiva al tratto ad U del Seveso (che si trova in realtà sotto piazzale Istria); bensì a quello della linea metropolitana M3, che dalla fermata della Stazione Centrale alla fermata Maciachini si abbassa sino a 26 metri per passare sotto il tunnel  della linea M2 che incrocia alla fermata Sondrio.






Mi spiace ovviamente per questa svista, che però è involontariamente motivo di ulteriore preoccupazione.  Nel settembre 2010 l’esondazione entrò nel tunnel colorato in azzurro e probabilmente lo riempì, stante la  configurazione a sella di quest'ultimo, sicché furono necessarie le speciali pompe della ITT Water & Wastewater per estrarre 150.000 mc d'acqua.

La domanda viene perciò spontanea: e se per disgrazia un convoglio fosse stato sorpreso dall’acqua in quel punto …?

 Milano 12 ottobre 2012                                         Claudio Conti